L’impegno di Atucà in difesa
dei popoli indigeni nasce in tempi precedenti rispetto all’appuntamento della
Eco 92, la Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo ospitata nel ’92 dal
Brasile. Ma è in quell’occasione storica che nasce in Atucà la coscienza sull’inganno
perpetrato dalle autorità nei confronti dei popoli indigeni. Il documento che
segue fa riferimento all’attività politica che, all’epoca dei fatti, svolgeva
un indio Terena, Marcos Terena, autodichiaratosi portavoce dei popoli indigeni sebbene
non riconosciuto dagli stessi. A distanza di 27 anni Marcos Terena, a dispetto
del parere dei capi Cacique indigeni, è in lizza come Presidente
del Funai, Fondazione Nazionale Indigena, un Organismo parastatale gestito
dalla società dominante e nato con lo
scopo di risolvere i problemi legati ai gruppi indigeni del Brasile. Secondo
Atucà, all'epoca indicato, invece, dai capi Cacique come rappresentante affinché la società dominante venga a conoscenza del fatto che Marcos Terena si sia appropriato di una lotta senza il riconoscimento del suo popolo, c’è qualcosa di non chiaro riguardo al percorso di Terena e alla sua candidatura
alla Presidenza di Funai.
San Paolo, 2 luglio 1992
Gentili Signori,
Noi, i capi della tribù
Xavante di Santa Cruz nel Mato Grosso del Nord, Brasile, Jusue Tsimrihu Xavante
e l’Indio Olegui, Indio Guaranì, vi chiediamo gentilmente nel nome di tutti gli
altri capi indigeni del Brasile di pubblicare questo documento. Solo in questo
modo l’intera verità verrà alla luce.
Saremmo felici di rispondere
ad ogni domanda su qualsiasi argomento. E’ nel nostro interesse che la verità e
niente altro sia conosciuto.
Grazie per l’attenzione,
(seguono contatti istituzionali)
MANIFESTO E POSIZIONE DEI
LEADER INDIGENI BRASILIANI RIGUARDO LE
ATTIVITA’ DI MARCOS TERENA
Noi, i leader indigeni di
tutto il Brasile, in quanto rappresentanti delle seguenti nazioni: Xavante,
Caiapo, Nambiquara, Ticuna, Guarani, Kaingang, Tupiniquim, Wapixana, Pataxo,
Bororo, Macuxi, Xerente, Marubo, Tchucarramae, e Terena,
auspichiamo che la stampa
nazionale e internazionale e tutte le autorità brasiliane ed estere sappiano
che l’indigeno MARCOS TERENA non possiede alcun potere comunitario per rappresentare
il movimento indigeno dentro o fuori dal Brasile. Marcos Terena non è un leader
e non ha alcun legame di alcun tipo con il suo popolo. Egli si sta muovendo per
ottenere una personale pubblicità e manca totalmente di rispetto nei confronti
della battaglia dei leader autenticamente indigeni che stanno difendendo la
nostra gente.
Dunque ribadiamo di non
riconoscere in alcun modo la sua
rappresentatività e speriamo che le autorità rispettino la nostra
posizione. Saremo attenti a rigettare e
rifiutare ogni sua azione come il tentativo di una mancata rappresentanza della battaglia di tutte le nazioni indigene
in Brasile.
Rio de Janeiro, 10 giugno 1992
Segue una documentazione di 4
fogli per un totale di 100 firme.
DICHIARAZIONE DEGLI INDIOS DEL
BRASILE
Preoccupati per il destino e
il futuro del nostro popolo e delle generazioni che ci succederanno, noi,
leader indigeni di tutto il Brasile intendiamo chiedere a tutti i governanti di
tutto il mondo che partecipano alla Conferenza Mondiale su ambiente e sviluppo
e all’ONU – Unione delle Nazioni Unite – appoggio per il nostro popolo e per le
battaglie che portiamo avanti in difesa della nostra società. In quanto popolo
dalla cultura differente intendiamo, ad esempio di noi stessi, coltivare la
nostra esistenza e la vita in pienezza, senza aggredire la natura, senza
inquinare i fiumi, senza provocare incendi, senza devastare foreste, senza
sterminare gli animali e i pesci. Ma affinchè si arrivi a tanto, è necessario
che la coscienza mondiale presti attenzione e si sensibilizzi rispetto alla nostra
sofferenza e ai nostri problemi e ci aiuti a perpetuare le nostre generazioni.
Siamo un popolo che a causa della sua umiltà, mancante di ambizioni e interesse
al guadagno, pagano con la propria vita il peccato di egoismo delle nazioni
capitaliste come il nostro paese, dove il povero, il piccolo e il sofferente
muore senza aver voce in capitolo. Le ferite che ostentiamo sulle nostre mani,
i nostri visi, le nostre anime, si potranno cicatrizzare se le nazioni
sviluppate e la società (n.d.r. dominante)compiano gesti concreti volti a
riscattare l’enorme debito che hanno con il nostro popolo. Per questo chiediamo a tutti i governanti che
prestino ascolto al nostro popolo, che creino meccanismi concreti ed efficaci
come un programma di assistenza per l’Indio allo scopo di salvare e preservare
ciò che di più sacro esiste per noi e senza cui non possiamo vivere: la nostra
terra.
Chiediamo inoltre che tutte le
nazioni adottino come requisiti basilari e primordiali il rispetto nei
confronti della nostra dignità in quanto esseri umani, dei nostri diritti
originari alla terra e alle ricchezze in essa esistenti. Chiediamo anche che parti
del nostro tanto preoccupante debito estero siano convertite in programmi di
recupero, preservazione conservazione di
tutte quelle zone che nel tempo hanno sofferto a causa di violente aggressioni
e depredazione di tutte le specie. Vogliamo crescere e vivere con dignità, con
l’appoggio di progetti economici che garantiscano la nostra sopravvivenza e
promozione sociale, con il rispetto e la realizzazione di leggi che ci
proteggono, cosa che i nostri governanti brasiliani non fanno.
Signori governanti, dove ci
sono foreste preservate, acque e fiumi cristallini, animali e pesci in salute,
lì siamo anche noi, veri guardiani della natura, che oggi chiedono a tutti
appoggio affinchè possiamo continuare a vivere.
Rio de Janeiro, 8 giugno 1992
Firme di tutti i leader:
La cultura e l'immagine del mio popolo è la mia bandiera. Come la forza fisica che viene associata all'Indio nella mente di tutti i bambini e delle persone in generale.
Mantengo una forma atletica da più di 50 anni. E' un valore, uno stile di vita che esprime in maniera visibile il legame che esiste tra la costanza nell'alimentazione e nell'esercizio fisico. E' una forma di disciplina per il corpo e la mente attraverso cui posso connettermi spiritualmente alla natura sentendomi parte di essa.
Un guerriero non è solo potenza e qualità muscolare ma soprattutto tranquillità e pace spirituale.
Sono tante le falsità in questa società. La menzogna è una di esse, ma non deve essere questo a piegare la spiritualità di un uomo. A volte le cose non vanno secondo le aspettative. Ma mi preparo a fare in modo che la prossima volta sia la migliore.
LA VITA E' UN VALORE UNICO E ASSOLUTO
La vita è un valore assoluto
Non esiste vita maggiore o minore
Inferiore o superiore
Si sbaglia chi sottomette un altro essere nel
valutarlo inferiore
Davanti alla coscienza che è nido per l’essenza
della vita
Il crimine è lo stesso
E’ per questo che dico che i cacciatori che
ammazzano per sport protetti dalla legge…
Sono i veri animali senza coscienza
Eppure, è chiaro, stiamo parlando dell’Uomo.
Ancora peggiore la posizione di chi indossa
pellicce
Mostrando stupidamente l’importanza di una
posizione sociale
Amare gli animali non è difficile, difficile è non
vedere col cuore quello che la natura offre…
Prova ad essere comprensivo con te stesso prima
che con gli altri. Inizia con te stesso
E tenta di essere diverso da almeno due tipologie
di persone:
1 – il grandioso cacciatore che uccide uccellini
con pallettoni che ammazzerebbero un elefante
2 – le persone che utilizzano pellicce come decoro
della propria brutta immagine umana, riflesso dell’anima
Non importa il luogo in cui ci troviamo, il posto lo fa il tuo stesso cuore.
La caccia non è uno sport per l'Indio, è una necessità alimentare. Per questo rispettiamo la natura. Prendiamo la giusta quantità di alimento ogni giorno e ringraziamo la natura e gli animali attraverso i nostri umili riti di riconoscenza e gratitudine.